Stereotipi di un certo livello


Intento a trovare un'idea sul cosa cucinare domani, mi sono reso conto di avere un tarlo, che messosi nella mia testa lo scorso giorno, continuava ad assillarmi, a chiamarmi, a sussurrarmi nelle orecchie sempre la stessa e identica parola, Passatore.
Ora, si potrebbe dedurre che sto pensando di partecipare, un giorno o l'altro, alla fatidica gara podistica di 100km che porta quel nome, ma in verità è l'esatto contrario. Perché?
E' la stessa e identica risposta che davo al tarlo, perché?
E poi, cosa c'entra la cucina con tutto questo?
Ricomincio daccapo.
Intento a trovare un idea sul cosa cucinare domani, come mio solito, mi metto a sfogliare i libri che ho in casa, uno tra questi quello di Artusi giusto appunto citato ieri e nel cercare l'indice m'imbatto nel "Note sull'autore" e leggo:
Pellegrino Artusi, gastronomo e scrittore [...] si trasferì a Firenze dopo che la casa a Forlimpopoli fu attaccata e saccheggiata dal bandito Stefano Pelloni, detto il Passatore.
Ecco il tarlo. Saranno Passatori diversi, penso io, quello di Firenze-Faenza è il famoso Passator cortese di Pascoli, questo è un bandito.
L'insonnia (o il tarlo) mi fanno accendere il Mac alle 3:55 del mattino e comincio a documentarmi giugnendo infine ad una triste verità, il Passatore è uno solo e si chiama Stefano Pelloni.
Di lui leggo molte cose, contraddittorie a tal punto che ad un certo momento mi sono trovato in difficoltà.
Questo gentil signore era un bandito in attività a metà ottocento, ma non si limitava a derubare i ricchi (e secondo qualcuno per dare ai poveri), ma dopo aver raccolto il bottino, uccideva e stuprava le sue vittime, azioni queste che nel tempo sono state riconvertite in "imprese" in quanto commesse verso il ceto di classe nobile che allora era mal visto dal popolo.
Negli anni si poi si è creato questo stereotipo che ha raggiunto un livello di "ammirazione" tale che la sua immagine (non veritiera oltretutto) è stata utilizzata per rappresentare anche il Consorzio vini di Romagna, che riporta:
Il marchio delineato va nella direzione di un’iconografia in cui tutti possano riconoscersi. Viene scelto il Passatore, Stefano Pelloni, il brigante romagnolo che a metà XIX secolo soleva scorrazzare per le terre di Romagna suscitando il terrore dei nobili e ricevendo ammirazione dalle classi popolari.
Senza dimenticare che la gara, ormai di fama internazionale, 100km del Passatore è anch'essa a lui intitolata, con tanto di statua portata a mo' di processione.
Dunque non dobbiamo stupirci se un giorno dovessero intitolare il Comando del corpo dei Carabinieri di Corleone a Salvatore Riina o a Bernardo Provenzano.
Stefano Pelloni

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